Ricette tipiche delle culture occitana, valdese, francoprovenzale e walser
Una montagna di idee per divertirsi e rilassarsi in ambienti spettacolari e tra borghi autenticamente alpini. Dove? In Piemonte, negli ampi spazi da vivere in libertà, dove è facile trovare la propria esperienza negli oltre 50 comprensori sciistici, con la fitta rete di itinerari per le camminate con le racchette da neve, lo sci escursionismo, le piste di fondo, le aree per slittino e snowboard. E per i più avventurosi, gli scenografici percorsi per lo scialpinismo, il freeride e le più famose palestre di ghiaccio.
E dopo tanto movimento, a tavola! Che sia un rifugio o una trattoria, il sapore delle Alpi piemontesi è inconfondibile. Nei dintorni del Sacro Monte di Oropa patrimonio UNESCO, il classico è la cremosa “polenta conscia” delle Alpi biellesi dal morbido cuore di formaggio grasso locale, servita con burro fuso. Alle porte di Torino, nelle vallate di Susa, Chisone e Pellice - protagoniste di tanti appuntamenti olimpici e sportivi e storici crocevia di culture - da provare i gofri, cialde cotte tra due ferri roventi da servire con salumi, formaggi o guarnizioni dolci; le cajettes, gnocchi gratinati al forno, le zuppe di castagne o di grissini e tome, il prosciutto cotto al fieno e i grandi prodotti caseari tra cui il Blu del Moncenisio e il Plaisentif, il “formaggio delle viole”.
Ai piedi del valico del Colle dell’Agnello, sulla via che porta in Francia nella Valle del Queyras, c’è una parte di Cuneese dove cucina piemontese, francese e occitana si fondono. In tavola troviamo gli gnocchi della Valle Varaita, soffici gnocchetti di patate e farina arricchiti da tomino serviti con una fonduta di formaggio. In Valsesia ecco le tradizionali “miacce”, le sottilissime cialde croccanti che si prestano ad infiniti abbinamenti e la Torta di Alagna, che mescola dolce e salato in un mix di sapori tipici della vicina cultura svizzero-tedesca, come pure l’“uberlekke”, un ricco bollito accompagnato da patate, carote e rape bollite servito con una salsa al rafano.
La tradizione alpina e Walser è testimoniata anche nel vicino distretto del Verbano-Cusio-Ossola dal pane di segale e dal formaggio Bettelmatt, prodotto in un piccolo numero di alpeggi dell’Ossola. In Val Grande, cuore verde dell’omonimo Parco Nazionale, nella borgata di Coimo, spicca un pane antico ottimo da accompagnare alla mortadella ossolana, presidio Slow Food aromatizzato di vino e spezie. E nella poetica Val Vigezzo, le donne custodi dell’antica ricetta insegnano i segreti dei “gnoch da la chigià” (in dialetto locale, “gnocchi del cucchiaio”), fatti con farina di grano e acqua, ingredienti poveri alla base anche degli “stinchéet” (o “runditt”).
Non ti resta che provarlo.