“L’alpestre rocce” del Cuneese

Il primo luogo in terra piemontese citato da Dante è il Monviso, che nell'Inferno (canto XVI) è detto “quel fiume c’ ha proprio cammino / prima dal Monte Viso ’nver’ levante / da la sinistra costa d’Apennino.

 

Dal monte simbolo delle Alpi piemontesi nasce il fiume Po, come Dante rammenta nel Paradiso (VI): “Esso atterrò l’orgoglio de li Aràbi / che di retro ad Annibale passaro / l’alpestre rocce, Po, di che tu labi”.

 

Dal “Re di pietra”, che domina le Valli Occitane del Cuneese, si diparte un gran numero di itinerari da coprire a piedi, in auto o in bicicletta per conoscere tradizioni e mestieri secolari di quest’area transfrontaliera: come all’Ecomuseo dei lavoratori della canapa (“La vio dal charbu” a Prazzo) e quello dedicato ai sellai (“Sentiero dei Bastai e Sellai” a Marmora), ai bottai (tratta tra Macra e Celle Macra) e agli acciugai (a Celle Macra), storiche figure di viandanti che, nella stagione fredda, vendevano di cascina in cascina il prezioso carico di acciughe sotto sale acquistate nei porti liguri, ingrediente principe dell’inimitabile “bagna cauda” piemontese.

 

Qui, dalla Val Maira (compresa nella Riserva della Biosfera Monviso UNESCO) si ramificano i Percorsi Occitani: 177 km di trekking in 14 tappe attraverso una biodiversità tra le più variegate e selvagge dell’intero arco alpino, per un’esperienza open air decisamente fuori dall’ordinario. Nell’area, esperienza curiosa e divertente specie per le famiglie è l’escursione alla Riserva Naturale dei Ciciu del Villar, a Villar Costanzo, a caccia dei fenomeni geologici in pietra e terra simili a giganteschi funghi porcini (chiamati in piemontese “pupazzi”) che spuntano nel folto dei boschi. Soprattutto nella bella stagione, il Sentiero dei Ciclamini infiamma di colore la via da Macra alle borgate Caricatori e Camoglieres. A 1637 metri, tra Valle Maira e Valle Varaita, ecco Elva con le sue frazioni, custodi di rare meraviglie come il ciclo della Vita della Vergine e la Crocifissione, capolavori del fiammingo Hans Clemer, il “Maestro d’Elva” (1496-1503),  autore – nella vicina Celle Macra – anche del prezioso polittico d’altare nella parrocchiale di San Giovanni Battista. Ancora a Elva, autentica curiosità nel suo genere è il Museo dei Pels, dedicato alla storia  dei “caviè”, i raccoglitori di capelli femminili in cammino tra 700 e primo ‘900 in tutto il Nord Italia per procurarsi le più belle ciocche femminili destinate ad eleganti parrucche richiestissime da corti, nobiltà e ricca borghesia di tutta Europa. Da borgata Serre, seguendo la segnaletica si raggiunge uno spettacolare sperone roccioso sospeso sul Vallone, con vista straordinaria sul Monviso e le cime circostanti: è la “Fremo Cuncunà” (o ‘donna accovacciata’, in lingua occitana).  In alta valle, dai 1650 metri del Campo Base Acceglio, si parte per itinerari di alcune ore o di diversi giorni, oppure si pratica arrampicata su roccia e ghiaccio, sci-alpinismo, mountain bike e, in inverno, sci di fondo. Per i ciclo-alpinisti, la sfida è la strada dal colle di Sampeyre al Rifugio La Sousto dal Col, con diramazione verso la Strada dei Cannoni dell’ingegnere militare Ignazio Bertola, artefice del poderoso sistema di fortificazioni voluto dai Savoia nel XVIII secolo, come la Cittadella di Alessandria.