Il ciapinabò, da prodotto povero, sta assumendo le caratteristiche di un alimento che può essere utilizzato con molte varianti anche in una cucina più ricercata. La Sagra del Ciapinabò di Carignano diventa quindi l’occasione per incontrare e far incontrare contadini e cultura accademica, cuochi, grandi cultori dell’enogastronomia e semplici neofiti, artisti e artigiani insieme ai commercianti.
Durante la Sagra si svolge la mostra locale dei bovini di razza Frisona, ospitata in piazza Savoia, dove si tengono le sfilate dei capi in concorso. Qui si può assistere alla transumanza delle mandrie bovine dei monti del Ravè per le vie cittadine, per la gioia di grandi e piccini.
Storia e curiosità
La Sagra del Ciapinabò nasce da un'idea del Comune di Carignano in collaborazione con il Comitato Manifestazioni Carignano agli inizi degli anni 1990 e nel 2024 arriverà all’edizione n. 31. L'Helianthus Tuberosus o topinambur, in lingua piemontese ""ciapinabò"", è ingrediente fondamentale nell'assortimento di verdure che accompagna sua maestà la "Bagna Caöda", vero patrimonio dell’umanità.
Agricoltura, territorio e peculiarità locali
Il prodotto non è coltivato, ma nasce spontaneamente nel territorio circostante e rappresenta una grande vetrina locale, se si pensa che la sagra attira oltre 30.000 visitatori che consumano oltre 700 kg di ciapinabò. Collabora all’evento il Distretto del Cibo Chierese e Carmagnolese Topinambur (Ciapinabò)
Cosa assaporare
Il topinambur è una pianta perenne erbacea originaria del Nord America (Canada in particolare), abbastanza apprezzata anche in Italia per l'alimentazione umana e, soprattutto, per il bestiame.
A colpo d'occhio, il topinambur può essere scambiato per una patata maggiormente globulosa e dura: le differenze con il tubero per antonomasia non finiscono qui. Infatti, il topinambur è meno nutritivo rispetto alla patata, oltre a contenere una quantità importante di inulina, a scapito dell'amido. E senza di esso il rito della "Bagna Caöda" non sarebbe la stessa cosa.
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