Verticalità e grandiosità sono le cifre stilistiche dell’eclettico architetto nato a Ghemme nel 1798, autore di opere, che – in particolare a Torino e Novara – trasformarono radicalmente il panorama urbano nello skyline che ammiriamo oggi.
Del fertile ingegno di Antonelli e della sua predilezione per lo stile neoclassico resta un enorme complesso di disegni e progetti, molti dei quali mai realizzati, come il piano regolatore generale di Torino, che prevedeva l’ampliamento di Piazza Castello con palazzi, una nuova cattedrale e un nuovo Palazzo del Parlamento. Da questa visione architettonica di spazi grandiosi che sembrano dilatarsi all’infinito nasce la vertiginosa struttura della Mole, oggi simbolo torinese e sede del Museo Nazionale del Cinema. Quando si trattò di completare la sinagoga commissionagli dalla Comunità ebraica torinese nel 1863, i 167,5 metri ne facevano già la struttura in muratura più alta del mondo, ma non per Antonelli. La Comunità si ritirò dal progetto e i lavori si conclusero solo nel 1889, un anno dopo la morte dell’architetto.
Una bella passeggiata in città permette di scoprire alcune originali residenze private nate dalla mano di Antonelli. Nel quartiere Vanchiglia, la cosiddetta “Fetta di Polenta”, con la sua sottile forma trapezoidale e la facciata color giallo ocra, è una vera curiosità antonelliana. Nel palazzetto di proprietà della moglie, Francesca Scaccabarozzi, la coppia abitò per alcuni anni, trasferendosi poi nella nuova Casa Antonelli, in via Vanchiglia 9. Caratteristici della “Casa senza finestre” sono invece i balconi e le ringhiere che corrono senza interruzione sulle due facciate tra Via Lagrange e via Doria. E all’incrocio di Corso Matteotti e Corso Re Umberto I troviamo il palazzo noto come “Casa delle Colonne” (o Casa Ponzo Vaglia, Aghemo, Ferroggio). Opera del 1853, con le sue logge con colonne in stile dorico sui cinque piani della facciata è un esempio unico tra i molti curati dall’architetto, professore dell’Accademia Albertina e senatore del Regno d’Italia.
In provincia, a Castellamonte, della parrocchiale ispirata a San Pietro in Roma che avrebbe dovuto sorgere, oggi resta la Rotonda Antonelliana, impreziosita dall'arco di 6 metri in formelle di cotto (1995), tributo dell’artista Arnaldo Pomodoro alla città, capitale della ceramica. Tra le opere disseminate sul territorio si contano alcune parti dell’ospedale dei Santi Antonio e Biagio di Alessandria (destinate agli orfani, alle donne e agli incurabili); nel Novarese, la chiesa di San Clemente e l’Asilo dei Medici a Bellinzago Novarese, e la parrocchiale di Borgolavezzaro. Nel capoluogo Novara di Antonelli sono il Duomo e la cupola in mattoni di 121 metri (1878), in armonica soluzione con capolavori barocchi come la Basilica di San Gaudenzio e il campanile di Benedetto Alfieri. Sul Baluardo Quintino Sella, si visita Casa Bossi (1857 – 61), tra i maggiori esempi di architettura civile neoclassica in Italia.
Fuori città, BicinVigna con Antonelli è l’itinerario ciclo-turistico che attraversa 9 Comuni legati alla biografia dell’architetto. Il percorso ad anello parte da Villa Caccia, residenza dei conti di Romentino progettata da Antonelli, e prosegue nella bella cornice delle Colline Novaresi, generose di rinomate DOCG e DOC, dal Parco del Monte Fenera alla Baraggia, incrociando architetture sacre a Fontaneto d’Agogna, a Boca, al Santuario al quale Antonelli lavorò tutta la vita, e a Maggiora, dove l’architetto è sepolto. Sul percorso, splendidi scorci medievali a Ghemme, Città del vino e del Miele ben preservata entro le mura del castello-ricetto.