21 #PiemonteStories: i luoghi del Risorgimento in Piemonte

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Le memorie del periodo risorgimentale percorrono tutto il Piemonte: le Residenze Reali Sabaude, i monumenti, le targhe commemorative, i campi di battaglia, le piazze delle insurrezioni, i musei raccontano ancora oggi vicende e personaggi che portarono al Regno d’Italia e all’unificazione del nostro Paese 160 anni fa.

Il protagonista Camillo Benso conte di Cavour ha lasciato ampie tracce non solo a Torino: a Santena, a due passi dalle colline astigiane, nella cappella adiacente al settecentesco castello di famiglia, si trova la sua tomba. L’edificio, circondato da un grande parco all’inglese, è ricco di ricordi dello statista e visitabile. Nelle Langhe, il Castello di Grinzane Cavour è legato al periodo giovanile del primo ministro, che vi arrivò per punizione dopo essere stato espulso dall’esercito sabaudo. Tuttavia, Cavour fu poi sindaco di Grinzane e qui compì la sua prima piccola rivoluzione nell’organizzazione dell’azienda agricola di famiglia, dando vita alla prima produzione di Barolo certificata. Oggi il Castello ospita L’Enoteca Regionale Piemontese, una raccolta di cimeli cavouriani ed un Museo Etnografico dedicato all’enogastronomia. A pochi chilometri da Vercelli, Leri Cavour è un intero borgo acquistato nel 1822 da Michele Benso e trasformato dalla famiglia in un’enorme tenuta agricola da 900 ettari di terreno, dove Camillo sperimentò tecniche innovative per la coltivazione del riso. Il complesso sarà oggetto di recupero e valorizzazione. Ancora, a Cavour sono legate la costruzione dell’omonimo Canale artificiale da Chivasso a Galliate, costruito a supporto della coltura del riso, e del tunnel ferroviario del Frèjus che collega l'Italia alla Francia, aperto nel 1871.

Non molti sanno che Alessandria fu la città da cui partirono i moti insurrezionali del 10 marzo 1821 per ottenere la Costituzione e l'indipendenza. Sotto la guida del patriota Santorre di Santarosa, gli insorti presero controllo della cittadella issandovi una bandiera tricolore per la prima volta nella storia del Risorgimento: al Santarosa, la città in cui nacque e di cui fu sindaco, Savigliano, in provincia di Cuneo, ha dedicato un monumento nella sua piazza centrale. Sempre in Alessandria, in via Dante 8, una targa su un edificio in mattoni rossi ricorda che da quel balcone il 13 marzo 1867 Giuseppe Garibaldi arringava la cittadinanza alessandrina.

Novara, in questo scorcio storico, è invece ricordata per la famosa battaglia con gli austriaci avvenuta il 23 marzo 1849 presso la Bicocca, nei campi a sud della città: fu uno degli ultimi scontri della prima guerra d'indipendenza italiana e il suo esito sfortunato cambiò comunque il corso del nostro Risorgimento perché, dopo la sconfitta, re Carlo Alberto abdicò in favore di Vittorio Emanuele II. Ogni anno a Novara si svolge la rievocazione storica in costume della battaglia.

Una visita al Palazzo dei Marchesi Ferrero della Marmora, a Biella è invece l’occasione per conoscere  i quattro fratelli La Marmora (tra cui Alessandro, fondatore dei Bersaglieri) protagonisti del lungo periodo storico che va dalla fine dell’Ancien Régime all’inizio dell’Italia moderna, passando attraverso l’epopea napoleonica, la Restaurazione, i moti insurrezionali del 1821, le tre Guerre d’Indipendenza, la spedizione in Crimea, l’Unità d’Italia, Roma capitale. La splendida dimora, una vera e propria casa-museo dalla torre ottagonale quattrocentesca e l’imponente facciata neoclassica posta nel borgo antico di Biella, è location per eventi ma è anche aperta alle visite. La Basilica biellese di San Sebastiano ospita invece la cripta con la tomba della famiglia La Marmora.

Davvero particolare il Museo del Risorgimento di Asti allestito a Palazzo Ottolenghi,

dove hanno trovato sede le donazioni di famiglie astigiane che hanno avuto membri coinvolti nella causa risorgimentale: dipinti, bandiere, stendardi militari, armi, monete e divise, tra cui la camicia rossa originale del 1866 di un garibaldino astigiano. Ma i ricordi sono disseminati in tutta la regione. Nel Canavese vanno ricordate la Val Chiusella e Ivrea, dove vi fu una massiccia partecipazione ai moti del 1821 di notabili locali, poi condannati a pene severe che li costrinsero all’esilio in Svizzera e in Francia. Il Forte di Fenestrelle, in Val Chisone, fu invece prigione militare dei Savoia: prima per carbonari, massoni e garibaldini e poi per i soldati degli eserciti nemici del Regno d'Italia. A Castiglione Tinella, ai confini tra la provincia di Asti e Cuneo, la figura della Contessa di Castiglione viene rievocata ogni anno con l'evento "Virginia Day": a lei, cugina di Camillo Benso e sua inviata diplomatica a Parigi, sono anche intitolate le “Contessine”, dolci a base di nocciola delle Langhe.

Infine, nel periodo a cavallo tra il 1850 e il 1869, in piena era risorgimentale, non si possono non citare i luoghi dell’amore tra il Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana, la “Bela Rosìn”: amante, prima, e moglie morganatica, poi, del primo re d’Italia. Il Castello di Racconigi, dove si conobbero; La Palazzina di Caccia di Stupinigi, primo luogo di incontri; la villa reale della Tenuta Fontanafredda a Serralunga d’Alba, il Castello di Sommariva Perno acquistato per lei; i sontuosi Appartamenti Reali di Borgo Castello all'interno del Parco regionale La Mandria, presso la Residenza Reale Sabauda di Venaria, loro residenza prediletta.